Articoli di Giovanni Papini

1955


in "Schegge":
Giocare a palla
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXX, fasc. 282, p. 3
Data: 27 novembre 1955


pag. 3




   In un bel giorno romano di chiaro sole San Filippo Neri stava giocando a palla con i ragazzi che egli adunava nel suo Oratorio. Un amico che era presente, il quale preferiva le disputazioni scolastiche alle ricreazioni giovanili, approfittò di una sosta del gioco per avvicinarsi a Filippo e rivolgergli questa insidiosa domanda:
   — Se in questo momento ti dicessero, in forma da non poterne dubitare, che tra mezz'ora ci sarà la fine del mondo e la morte di tutti gli uomini, cosa faresti?
   Filippo, per nulla sorpreso da quella strana domanda, alzò gli occhi limpidi verso il limpido cielo e parve assorto per qualche momento, quasi cercasse ispirazione, nello splendore del lieto sole meridiano, e poi, con ferma e tranquilla voce, rispose:
   — Seguiterei a giocare a palla.
   Una tale risposta, se non l'avesse fatta un grande santo. potrebbe sembrare a qualche schizzinoso bacchettone indizio di faceta leggerezza o di scettica stoltezza. E', invece, profondamente saggia e giusta. Bisogna riflettere che un uomo puro e sereno, il quale viva ogni ora in presenza di Dio, non ha bisogno di picchiarsi il petto e coprirsi di cenere all'ultimo tuffo. Tutti gli atti e gesti che compie sono, di necessità, innocenti e perciò non ha ragione di vergognarsene.
   Non è certo un modello di onestà colui che smette di rubare soltanto quando si accorge che stanno per arrivare i carabinieri.


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